Nell'IDV ci sono atti formali e comportamenti politici ....
Nell' I.D.V.
Nell'IDV ci sono atti formali e comportamenti politici che stridono con contraddizioni di fondo agghiaccianti, sarebbe opportuno che qualcuno venisse a Milano, a spiegare a quei poveri militanti per bene che ancora non fuggono da questo partito turandosi il naso, con quale criterio e se non il "deus ex macchina" chi, ha deciso il commissariamento del partito a Milano?
C'è da chiedersi, dopo la conferenza stampa del 6 giugno a Roma sull'entusiasmo di una inesistente vittoria alle amministrative, dove a vinto solo Luigi De Magistris e non certo l'IDV, che fine hanno fatto gli stati generali per il rinnovamento del partito, proclamati in pompa magna per ottobre che oggi 31 dovevano essere conclusi ed invece a quanto mi risulta non si sono nemmeno visti ?
C'è da chiedersi, ma il discutibilissimo commissariamento di Milano attraverso un vecchio ex democristiano da prima repubblica, che per quanto arguto ed intelligente è un ottimo esemplare di ex doroteo pontiere di antica memoria, vuole o dovrebbe essere ritenuto un atto di rinnovamento !?
La verità è che l'IDV a Milano ha perso come di norma fa a livello locale, una grande occasione di coerenza con le scelte di apertura alla società civile fatte per le europee 2009 e per le regionali 2010, le enunciazioni di principio fatte ad ogni pie sospinto che coniugate agli atti reali sono diventate ampiamente ipocrite, hanno reso evidente la pavidità che gli ha fatto mancare la forza di proseguire in questo percorso con candidature e proposte chiare, pavidità che ha anche indotto a ripiegare sui comodissimi e logori ferrivecchi e canovacci di una politica ammuffita, fatta di manuale cencelli e dei volemose bene, tipici dell'attuale e decrepita casta che mi auguro al più presto !! Venga spazzata via sia a Milano che nel resto del paese dal vento nuovo delle amministrative e dei referendum.
Le scelte in successione di G.Cavalli di dimettersi, prima da coordinatore cittadino, e successivamente di uscire dall'IDV, immagino siano ampiamente giustificate, ben oltre qualche screzio personale con alcuni locali referenti storici del partito e dall'innegabile flop elettorale del stesso alle amministrative, proprio dalla costatazione dell'impossibilità di rimuovere le pesantissime incrostazioni partitocratiche al suo interno.
Incrostazioni che rendono questa formazione politica non riformabile, ne democraticamente permeabile da parte del multiforme e colorito mare di gruppi, associazioni, movimenti e forti idealità di difesa della libertà e della democrazia del Paese, che sempre più in crescita esponenziale, spingono e si manifestano nella società civile.
L'IDV tende abitualmente in un primo momento a cavalcare queste spinte, la presa di distanza a pochi mesi da Vasto 2009 di Salvatore Borsellino e le sue Agente Rosse è emblematica di questo malcostume; poi se ne scorge un potenziale tornaconto o ipotetico vantaggio elettorale cerca di inglobarle al suo interno con tentativi di cooptazioni farciti di prebende per le personalità di maggior spicco delle stesse, la vicenda Popolo Viola docet; ed in fine se dopo averle cavalcate e sostenute, diventano scomode al punto di evidenziare nell'opinione pubblica, l'ambigua discrasia di questo partito che predica bene e razzola male, allora esso cerca in tutti i modi di esorcizzarli, preparando cosi un terreno fertile a giustificare il volta faccia non più celabile, verso le istanze e le rivendicazioni che queste avanzano verso le istituzioni e l'esecutivo, la questione NO-TAV è estremamente esemplare di questo percorso.
A questo punto per me non è affatto chiaro riuscire ad immaginare dove va a parare questo partito !
Un partito sempre più involuto sui comportamenti della vecchia politica e a caccia di poltrone, come ha immediatamente dimostrato di intendere la politica attraverso il neo commissario di Milano che appena insediato, a posto intralci ad onta della necessità per le tante cose da portare avanti nell'interesse della cittadinanza, e visto bene di recalcitrare impuntandosi agli esordi della consigliatura di Palazzo Marino, su capziose richieste di nomine rivendicando un impalpabile sostegno per l'elezione del nuovo sindaco, inesistente aldilà della forma, orbo dell'incapacità clamorosa di questa forza politica di riuscire quanto meno a contenere la disastrosa emorragia di consensi a distanza di pochi mesi dalle elezioni regionali.
Per fortuna di Milano, Giuliano Pisapia da grande prova di serietà e fermezza, ed apparentemente ha nelle sue corde la volontà di avviare nella realtà milanese un grande processo di rinnovamento e di pulizia politica.
Mentre in modo sempre più eclatante l'IDV ripiega sulle comode posizioni del partito personale con l'unico riferimento nel presidente padre padrone. Non è certamente casuale che ad onta delle pelose congratulazioni, delle dichiarazioni a caldo dopo lo strepitoso successo di De Magistris a Napoli, a Milano è stato nominato commissario uno di coloro che a quanto pare, lo scorso gennaio al direttivo nazionale di Tivoli, era tra i più fervidi ed agguerriti sostenitori, di diverse mozioni di sfiducia che chiedevano a gran voce l'espulsione dal partito di Luigi De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli. .pubblicata da Giorgio Poidomani il giorno lunedì 31 ottobre 2011 alle ore 21.08