Gheddafi chiede soldi: mi servono tanti
miliardi per arginare il flusso di immigrati
Il colonnello in Campidoglio: annullerei tutti i partiti, potere al popolo
italiano. Attacco gli Stati Uniti: terroristi come Bin Laden
Scontri alla Sapienza: il leader libico accolto dai fischi
«Quale differenza c'è tra l'attacco degli americani nel 1986 contro le nostre case e le azioniterroristiche di Bin Laden?» ha detto Gheddafi.
«Se Bin Laden non ha uno Stato ed è un fuorilegge, l'America è uno Stato con regole internazionali», ha aggiunto il colonnello, che ha parlato in un Senato blindato. Imponenti misure di sicurezza anche a La Sapienza, dove ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti per l'arrivo del leader libico.
Polemiche anche per il discorso in Campidoglio, dove Gheddafi appena sceso dalla Limousine bianca, vestito con una tunica di pelle marrone, ha salutato la gente alzando il pugno destro.
La visita di Gheddafi dunque continua a scatenare proteste e polemiche. Anche oggi sono state molte le frasi che hanno fatto discutere pronunciate dal colonnello, secondo il quale grazie agli Stati Uniti l'Iraq è diventata l'arena aperta per i terroristi di al Qaeda. «L'Iraq era una fortezza contro il terrorismo, con Saddam Hussein al Qaeda non poteva entrare, ora grazie agli Usa è un'arena aperta e questo è un beneficio per al Qaida», ha detto. «Siamo contro il terrorismo e lo condanniamo» ma, ha agiunto il leader libico, «dobbiamo cercare di capire le ragioni vere di questo fenomeno pernicioso». Dobbiamo «dialogare anche con il diavolo, se necessario per capire il terrorismo». Gheddafi ha poi affermato che la Libia ha rinunciato al nucleare, sostenendo che non si vive all'ombra dei missili e chiesto soldi per l'Africa, non come dono ma come risarcimento.
La Libia ha bisogno di diversi miliardi di euro per poter efficacemente frenare i flussi di immigrati che vogliono raggiungere l'Italia e l'Europa, ha quindi sottolineato il leader libico nel suo intervento alla sala Zuccari di palazzo Giustiniani, definendo «insufficiente» il miliardo di euro che l'Unione Europea dà alla Libia per contenere l'immigrazione.
Via libera agli immigrati e servirà un dittatore. «Lasciate che il governo italiano smetta di difendervi dall'immigrazione. Lasciate entrare milioni di persone» e poi ci sarà bisogno di un dittatore per proteggervi, ha poi affermato Gheddafi, attaccando i difensori dei diritti umani. «Lasciamo - ha detto ironicamente il Colonnello - alle organizzazioni per la difesa dei diritti dell'uomo la responsabilità di trovare un lavoro, cure mediche, quello che serve» ai milioni di immigrati che si potrebbero riversare nel vostro paese.
Potere al popolo italiano, annullare i partiti. Il colonnello ha poi discettato anche sul sistema politico italiano. Il sogno del leader libico è dare il potere al popolo italiano annullando tutti i partiti, «senza piu destra, sinistra e centro». «Il simbolo del popolo italiano sarà la fratellanza perché il partitismo è un aborto della democrazia», ha sostenuto il colonnello parlando in Campidoglio.
Scontri alla Sapienza. Prima dell'arrivo del colonnello i manifestanti hanno lanciato uova e vernice contro un corteo di auto blu al grido di «vergogna assassino». Lanci di fumogeni anche contro le forze dell'ordine e scontri (qui la sequenza)quando gli studenti hanno cercato di superare le transenne. Gheddafi è stato accolto con fischi e gida di insulti e cori «siamo tutti clandestini». Tanti gli striscioni degli studenti dell'Onda e dei cen tri sociali («Stop respingimenti, libertà di movimento», «Frati (il rettore dell'ateneo, ndr) vai in vacanza»). Esposti anche gommoni con scritte contro Gheddafi per denunciare, hanno detto, il dramma dell'immigrazione. Dopo il discorso di Gheddafi in Aula Magna i manifestanti si sono riuniti in assemblea in un'aula di Lettere. Ad applaudire Gheddafi c'era invece un gruppo di curdi.
Frati: qui non c'è inquisizione. «La Sapienza, sotto il mio rettorato, non ha l'inquisizione, permette a chiunque a parlare all'interno dell'ateneo» ha commentato il rettore dell'Università Luigi Frati.
Studentessa Onda fa domanda, bloccata dalla sicurezza. A una studentessa, Silvana, che si è autodefinita «una rappresentante dell'Onda studentesca» le è stato strappato di mano il microfono a metà del suo intervento. La ragazza ha denunciato che tutte le domande erano organizzate. Applausi invece dopo che uno studente ha domandato a Gheddafi quando ci saranno libere elezioni in Libia. «Lei cosa intende per democrazia?» ha chiesto lo studente. «Secondo me - ha aggiunto - non vuol dire solo avere ospedali o scuole che funzionano, anche Mussolini faceva questo. Quando ci saranno delle libere elezioni il Libia?». Viste le contestazioni degli studenti che urlavano «fateci parlare» Gheddafi ha finito prima il suo intervento.
Donne arabe: noi minacciate dai libici. «Ci hanno minacciato e detto: perché non portate il velo, siete musulmane, perché contestate il nostro leader?» denunciano alcune maghrebine alla Sapienza. Dicono di «essere state minacciate da un gruppo di circa dieci uomini libici, in abiti scuri, che stazionavano nei viale dell'ateneo romano». «Ci hanno anche detto di averci fotografate», hanno aggiunto le donne. La polizia, intervenuta, ha poi allontanato il gruppo di cittadini libici. Secondo quanto hanno riferito alcuni studenti dei collettivi, il gruppo di cittadini libici, ha tentato di infiltrarsi tra i manifestanti.
Nel discorso alla Sapienza Gheddafi ha parlato dei danni legati al colonialismo, del «diritto» dei popoli che lo hanno subito a venire indennizzati ed i problemi legati al terrorismo. «In Libia - ha detto - non c'è stata una sola famiglia che non abbia avuto parenti e amici uccisi o danneggiati dalla presenza italiana». Gheddafi ha ribadito la sua condanna del colonialismo, definendolo «un progetto fallimentare e condannabile» e ha sostenuto che tutti gli Stati che lo hanno subito «hanno diritto a chiedere degli indennizzi, affinché non si ripeta più». Il leader libico ha po affermato che alla base del terrorismo c'è il colonialismo.
Sul risarcimento per il colonialismo Gheddafi ha ripetuto che «neanche il peso del mondo in oro può risarcire il popolo libico» per «le atrocità e i danni che ha subito» da parte degli italiani.
«Il diritto d'asilo? Menzogna diffusa». Gli africani che raggiungono l'Italia, è l'opinione di Gheddafi, sono «affamati e non rifugiati politici». In Africa, ha aggiunto, «non ci sono problemi politici» e il problema dei richiedenti asilo «è una menzogna diffusa». Si muovono dall'Africa, spiega, «per rincorrere le risorse che giudicano siano state loro sottratte» dai paesi colonialisti. «E comunque - ha detto ancora il colonnello - accettereste un milione di rifugiati politici? Se lo faceste sarebbe una grande cosa, io vi aiuterei, se volete un milione di africani, che poi potrebbero diventare due, venti, cinquanta, io sono con voi».
Le critiche dell'Unhcr. L'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) definisce «preoccupanti» le parole di Gheddafi e sottolinea che le dichiarazioni del leader libico «stanno a significare che non si riconosce un bisogno reale di milioni di persone che, anche in Africa, sono costrette a fuggire a causa di conflitti armati e violazioni dei diritti umani».
Schifani: ha parlato da uomo di Stato, bene sull'immigrazione. Il presidente del senato parla di «discorso articolatissimo da uomo di Stato» e sottolinea che Gheddafi «ha parlato molto bene sull'immigrazione ribadendo come sia essenziale l'intervento dell'Europa in questo campo». Condivisibili anche le parole sul terrorismo. «È giusto - osserva - interrogarsi sul perchè del fenomeno, su quali sono le sue radici». In mattinata Schifani aveva detto che il trattato di amicizia «è un ponte verso il futuro».
Finocchiaro: concezione diversa dei diritti. Anna Finocchiaro ammette i passi avanti fatti nelle relazioni con la Libia ma sottolinea la in merito al discorso di Gheddafi al Senato una «diversa concezione delle forme di esercizio del potere, tipiche delle democrazie liberali, dei diritti e delle garanzie». Finocchiaro sottolinea l'esigenza di un «impegno nella tutela dei diritti umani dei migranti e delle migranti».
Frattini: non possiamo essere d'accordo su tutto. «Io non c'ero quindi non posso commentare» dice il ministro degli Esteri che poi aggiunge: «Non posso commentare, ma mica siamo d'accordo su tutto con Gheddafi».
Il discorso invece è piaciuto a Giulio Andreotti che ha sottolineato come ci sia «chi confonde il diritto internazionale con il diritto di calpestare quelli degli altri».
Le proteste dell'Idv. Un gruppetto di senatori dell'Idv con il capogruppo Felice Belisario ha atteso davanti Palazzo Giustiniani il leader libico esibendo un facsimile di un attestato accademico con la scritta «Laurea Horroris Causa» con un riferimento alla violazione dei diritti umani. Il capogruppo Belisario e gli altri senatori hanno anche appuntato sulla giacca una foto dei resti dell'aereo Pan Am esploso sui cieli della Scozia a Lockerbie con sotto la scritta "270 morti". Antonio Di Pietro ha parlato di «offesa alla democrazia» per il modo in cui Gheddafi è stato «ospitato, riverito e ossequiato dalle più alte autorità dello Stato», e dietro tutto ciò «ci sono dei fortissimi interessi economici e rapporti affaristici che sfuggono al Parlamento e ai cittadini».
Casini: violata dignità della Repubblica. «Credo che ci siano problemi di decoro delle istituzioni e di dignità della Repubblica da salvaguardare sempre. Il rapporto con il popolo libico va rafforzato ma per le modalità con cui ieri è stato accolto Gheddafi ciò è stato violato»: così il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini.
Polemiche sull'incontro in Campidoglio. Alcuni consiglieri del Pdl avevano annunciato che avrebbero disertato l'incntro in Campidoglio alle 18 con Gheddafi che terrà un discorso da una delle finestre che si affacciano sulla piazza disegnata da Michelangelo. «Comprendo le motivazioni dei consiglieri - ha commentato il sindaco Alemanno - ma loro devono comprendere che il rapporto con la Libia è per l'Italia assolutamente strategico».
A villa Pamphili protesta con sfilata tricolori. Una «motorata tricolore» per le vie adiacenti a villa Pamphili per protestare contro la visita del leader libico. L'iniziativa, organizzata dal movimento giovanile Roma Europa Sociale (Res), ha come slogan: «Nessun rispetto per chi non rispetta». I manifestanti, che si definiscono «giovani di destra vicini al Pdl» hanno sventolato delle bandiere tricolori.
"Donne che non vogliono incontrare Gheddafi". Mentre Gheddafi sarà all'Auditorium per un incontro con 1000 donne tra cui il ministro Carfagna, altre si riuniranno 12 alla Casa internazionale delle donne a Roma (via della Lugara 6), per protestare contro «deportazioni e soprattutto i campi di concentramento, alcuni finanziati dall’italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in italia, li hanno testimoniati». Il «fronte del no» a Gheddafi ha inviato in questi giorni una lettera aperta al leader libico, e per conoscenza alle parlamentari italiane ed europee, nella quale contestano a Gheddafi «il patto di guerra stretto con lo Stato italiano e l'Unione europea contro i migranti».
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10 GIUGNO 2009
Per il CSM le norme pacchetto sicurezza ledono i diritti dei clandestini e dei loro figli e si pongano"in contrasto con il diritto della persona minore di età alla propria identità personale e alla cittadinanza da riconoscersi immediatamente al momento della sua nascita"; diritto sancito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York ratificata dall'Italia.(MARIO PAVONE)
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Con lui sette consiglieri
Sulmona esclusa dal cratere, il sindaco Federico lascia il Pdl
Con lui sette consiglieri
Il sindaco di Sulmona e sette consiglieri, tutti del Pdl, hanno annunciato l'uscita dal Pdl e la confluenza nel gruppo di maggioranza "Alleanza per Sulmona" per protestare con il partito a causa dell'esclusione di Sulmona dalla lista dei 49 comuni della zona cratere individuati dal decreto Bertolaso dopo il sisma che ha distrutto L'Aquila e alcuni comuni della provincia. I protagonisti della protesta sono il sindaco Fabio Federico, i consiglieri Antonio De Deo, Donato Di Cesare, Nunzio Alfredo Giovannelli, Gaetano Pagone, Giovanni Capparuccia, Cristian La Civita e Nicola Angelucci, attuale presidente del Consiglio comunale. Il documento, sottoscritto la scorsa notte, e' stato formalizzato questa mattina durante la seduta del Consiglio comunale. Nel Pdl, quindi anche con funzione di capogruppo, rimane solo la consigliera e parlamentare Paola Pelino. "Alleanza per Sulmona", con 12 consiglieri, diventa il gruppo numericamente piu' rappresentativo e si prepara a governare la Citta'. Non e' escluso, a questo punto, un nuovo assetto nella composizione della Giunta comunale.
Oggi 15:42
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Sonia Alfano & Luigi De Magistris incontrano tutti i Cittadini della Provincia di Caserta per ringraziare lo straordinario successo alle elezioni Europee anche in provincia di Caserta e per testimoniare la loro vicinanza e il loro impegno a favore della nostra Provincia per la costruzione di un nuovo futuro fatto di giustizia e di liberta'.
L'incontro si svolgera' in provincia di Caserta in un luogo ancora da decidere e che verra' comunicato con almeno due settimane di anticipo. Per informazioni si prega di contattare l'organizzazione dell'evento all'indirizzo e-mail o al numero di telefonodi seguito riportato.
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La giornalista piacentina è oggetto di accertamenti disciplinari da parte del comitato etico della Rai sollecitati da personaggi che non gradiscono l'attività informativa portata avanti da lei insieme a tutto lo staff di Report.
A differenza di casi precedenti ed analoghi di altri giornalisti, in cui alcune foglie di fico davano una vaga giustificazione a proteste che poi puntualmente sfociavano in azioni di censura ben meno giustificabili, nel caso di Milena Gabanelli il curriculum professionale e l'ineccepibile azione giornalistica offre ai suoi denigratori niente altro che specchi per cercare appigli...
Questo gruppo vuole portare la propria solidarietà ad una delle ultime e migliori giornaliste italiane, che mai si è lasciata allettare da facili meccanismi scandalistici per cercare notorietà, che come pochi nei suoi interventi riesce a distinguere i fatti dalle opinioni, che come pochi aiuta, punta ed insegna ai giovani professionisti, che come pochi ha una storia di merito personale ed ha rischiato sul proprio corpo le conseguenze del proprio lavoro.
SU FACE BOOK C'E' è il gruppo di chi è convinto che personaggi come Milena Gabanelli, Giovanni Minoli, Sabrina Giannini, Marco Travaglio e pochissimi altri restino baluardo di informazione in un mondo di confusione, apprezzati senza riserve da qualunque persona di animo aperto e sincero indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche, per il loro lavoro di trasmissione dei fatti, critica e stimolo all'approfondimento. La Gabanelli e tutto lo staff di Report affrontano l'ennesimo attacco alla loro azione giornalistica con la serenità di chi è sicuro della propria onestà d'intenti, e le tranquille dichiarazioni di questa professionista non possono che confermare la statura di chi lavora con serietà.
Non per questo ci sentiamo di far mancare il nostro appoggio e la nostra stima.
Milena Gabanelli è una delle più valide ragioni per accendere una televisione.